In linea generale sono daccordo sul tuo ragionamento ma permettimi di dissentire su alcuni punti che tu dai come certi che invece secondo me non lo sono
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LucianBelmau"#13341946]
In primis, dimostrare prudenza, o quantomeno buonsenso, è tre volte su quattro considerato un atteggiamento socialmente debole, biasimabile, e talvolta persino ridicolo. Questo senso di onnipotenza, di ritenersi invincibili, per quanto probabilmente maggiore nei giovani (mi ci infilo dentro, almeno inconsciamente), è una norma tacitamente accettata dagli utenti della strada, o almeno da una buona parte di essi. Ovvero: se rispetti tutte le regole sei uno sfigato, non sai guidare, hai la testa fra le nuvole.
questa affermazione non mi trova pienamente daccordo perchè io penso che la percentuale di quelli che rispettano le regole sia maggiore degli altri. Ovviamente tale percentuale aria a seconda della tipologia di moto utilizzata e del contesto sociale alias gruppo nel quale è inserito il motociclista.
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Il concetto di "educazione stradale" sembra qualcosa di assurdo, venuto fuori da libri per bambini delle elementari. Nel nostro paese, ultimamente si sta formando una coscienza critica collettiva per il fumo: fumare è un rischio, e lo sa benissimo sia chi fuma che chi non lo fa. L'idea che anche guidare sia un rischio non sfiora nemmeno lontanamente la coscienza collettiva. L'idea che sia una responsabilità, meno che mai.
su questo punto mi trovi pienamente daccordo ma il concetto di educazione stradale, non riguarda solamente lo stile di guida ma soprattutto l'atteggiamento mentale adottato quando si è in sella piuttosto che alla guida di un veicolo qualsiasi. Rientra ad esempio nel concetto di educazione stradale anche il posteggiare ove riservatgo ai disabili e questo non rappresenta certo una condotta pericolosa dell'incolumità del conducente sebbene costituisca un atto di gorssa inciviltà
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C'è inoltre un'enorme e problematica disparità fra regole, veicoli e qualità delle strade. Noi siamo talmente abituati a questo da ritenerlo logico, ma se ci si pensa c'è un paradosso molto interessante che ci spiega anche come le regole stiano lì più "indicativamente" che per essere realmente rispettate: In Italia la velocità massima raggiungibile per legge su una qualsiasi strada aperta al traffico è 130 km/h (autostrade). Tuttavia, anche la più economica delle utilitarie raggiunge perlomeno i 150 km/h. Possedere una Punto, o una Panda, o una Yaris, macchine di per sé non certo sportive (non affronto il discorso moto perché si andrebbe davvero sul ridicolo), significa, implicitamente, avere la possibilità di sforare questi limiti su strada. Ora, io mi chiedo, qual è la logica dietro tutto ciò?
Creare delle regole specifiche per ogni tipologia di veicolo non credo sia possibile perchè si richierebbe di creare pericolosi spazi dove i vari furbetti potrebbeo infilarsi (creazione di veicoli ibridi che non delle categorie normate e quindi difatto privi di regolamentazione). Inoltre anche l'attività di controllo non sarebbe affatto agevole. Inoltre avere un veicolo che puo' superare i limiti imposti non significa che si sia autorizzati a farlo. Tu hai citato la Punto mase uno avesse una Supersportiva da oltre "àà chilometri orari dovovrebbe essere autorizzato ad andare a tale velocità? Oppure dovrebbero costruire solo veicoli che non siano in grado di superare i limiti imposti dal CdS? Del resto anche in città caotiche come Roma dove c'è un'atavica penuria di posteggi c'è chi si fa il SUV che non avrebbe senso. Se uno sceglie di farsi una macchina iperveloce pur non potendo andare oltre i 130 in autostrada è una sua scelta personale e non credo che nessuno abbia il diritto di impedirglielo
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Il problema è che qui ci si ritrova in un circolo vizioso. I limiti di velocità sono, a voler essere in buona fede, così assurdi, nella maggior parte dei casi, perché prendono in considerazione l'eventuale (poco eventuale, molto reale in Italia) usura dell'asfalto, la presenza di ostacoli, e così via. Non è possibile aumentare questi limiti perché sarebbe pericoloso, tenendo conto di tutte le situazioni, eppure i veicoli a disposizione dall'utente medio della strada possono superarli in qualsiasi momento! Si dirà che il limite esiste proprio perché può essere superato, ma quando la media delle prestazioni dei veicoli supera nettamente i limiti di velocità, qual è la logica dei limiti stessi? Quale la logica della potenza dei veicoli?
che gli attuali limiti siano da rivedere, nell'ottica del cambiamento dell'attuale parco veicoli rispetto a quello che c'era all'epoca nella quale tali articoli sono stati ideati, mi trovi perfettamente daccordo pero' non stai tenendo conto che il CdS all'articolo 141 prevede una snzione per velocità non commisurata che tiene conto della velocità che ha il veicolo in relazioni alle condizioni di traffico, asfalto, meteo ed altro ancora. Puo' incorrere in tale sanzione anche se si sta rispettando la velocità prevista per quel tratto di strada
ICitazione:
noltre rispettare i limiti cosa comporta? Un decremento di quanto del rischio di incidente? Toccare i 49 km/h ma accelerare in un decimo di secondo da zero a 49 è meno pericoloso di andare a 55 km/h ma tenendo un'andatura regolare e rispettando le distanze di sicurezza?
Sono domande ovviamente che non possono avere una risposta definitiva perché occupano enormi volumi di filosofia giuridica, ma possono aiutarci a riflettere sul come, e perché, i limti di velocità siano tanto "disprezzati"
su questo mi trovi pienamente daccordo perchè a volte pur rispettando i limiti di velocità ci sono condotte di guida altamente pericolose (vedasi fare a zig zag tra gli altri ceicoli marcianti)Citazione:
Un ultimo punto importante è quello psicologico. Questo è strettamente collegato con i precedenti! Un utente medio, che ha vissuto in una situazione sociale in cui la guida fuori dalle regole non è un pericolo ma un vanto, e che ha a disposizione un mezzo qualsiasi con cui può superare agilmente tali regole, manca totalmente, nell'80-90% dei casi di una coscienza critica in grado di fargli affrontare un percorso psicologico, teso al miglioramento del proprio stile di guida, con annessi difetti.
In Italia, chi è che si preoccupa di "come" guida?
- Appassionati (in parte): appassionati di automobili o motociclette, magari dopo qualche incidente anche non grave, che decidono di iniziare un percorso di miglioramento personale, consapevoli del rischio che si corre nel mettersi a bordo di un veicolo (che non significa consapevoli, sempre e comunque, di ogni pericolo, anzi).
- Paranoici e patologici: persone che soffrono di ansia e che temono la strada. Per quanto si preoccupino di "come" guidino, le loro angosce e l'insicurezza li rende comunque estremamente pericolosi.
- Piloti sportivi: Piloti con molta esperienza che dopo innumerevoli voli sono in grado di calcolare meglio di altri le variabili della strada (anche qui, non per questo perfetti).
- Una fascia estremamente ristretta di persone che pur non amando i veicoli,e costretti ad usarli, ne comprendono la pericolosità e rispettano le regole.
Ci sono poi delle categorie particolarmente soggette, al contrario, al menefreghismo delle regole, e all'assenza di autocritica. In particolare:
- Giovani.
- Finti appassionati dei motori, di qualsiasi genere ed età.
Ovviamente la mia è una generalizzazione. Non tutti gli appartenenti a queste categorie si comportano in quel modo, e in ogni categoria c'è sicuramente chi si comporta all'opposto. In generale, chi si approccia in maniera utilitaristica al veicolo tende a sottovalutarne di più i rischi, chi lo fa per scelta, tende (ripeto, tende!) a comprenderne più la pericolosità.
Il vero dramma, secondo me, è che ormai si ha la mentalità che guidare un mezzo sia identico a camminare. E' vero che in senso lato ogni azione da noi compiuta è pericolosa: ci mette in relazione con altri oggetti fisici che potenzialmente possono danneggiarci. Camminare può essere pericoloso, si può cadere, sbattere, proprio come in auto o in moto. Ma guidare un mezzo è
estremamente più pericoloso.
anche su questo mi trovi pienamente daccordo ed è proprio per questo che noi motociclisti dovremmo smetterla di considerarci solo delle vittime (anche se in tanti casi incappiamo in conducenti distratti ed indisciplinati) e pensare che quando succedono degli incidenti spesso un po di colpa ce l'abbiamo anche noi a causa della velocità eccessiva tenuta.