gtdesmo ha scritto:
Beh ci sono centinaia di testi di fisica e chimica che parlano delle pile. Le basi sono più o meno quelle. Un recipiente con dei reagenti. Due elettrodi. Reazione che fa accumulare cariche sul polo meno. Le tiene lì fino a che non c'è qualcuno che chiude il circuito e lo scorrere degli elettroni genera una corrente. Poi da qui si può perdere un casino di tempo a raccontarci di tutto sulla teoria degli accumulatori ecc.
Evitando di proseguire in discorsi inutili cosa possiamo iniziare a dire. Beh, innanzitutto come batterie ne esistono di due tipi, quelle sigillate e quelle no. Le seconde sono le più comuni e allo stesso tempo anche le più old style. La principale differenza è che le prime non consumano elettrolita nel funzionare, non variandone nemmeno la capacità di liberare e accumulare cariche, o meglio lo fanno in modo molto contenuto, mentre le seconde tendono ad esaurire l'elettrolita durante il funzionamento. Le prime una volta che l'elettrolita interno è esaurito vanno cacciate via, le seconde in via teorica sarebbero rigenerabili, basterebbe aprirle, sostiture l'elettrolita e verifcare gli elettrodi. In realtà nel tempo si esauriscono anche le caratteristiche chimico-elettriche del liquido nella batteria per cui oltre un certa durata non vanno.
Ora per caricarle, si parla di carica rapida o carica lenta e di tante cose. In generale i caricabatteria "moderni" hanno al loro interno due circuiti di ricarica. Quello che fanno è usare per primo quello della ricarica rapida per poi passare in automatico a quello a carica lenta per portare la carica al massimo possibile. Quello che varia non è tanto la potenza erogata, che comunque si attesta su due livelli diversi, quanto piuttosto il circuito di test. Bisogna infatti pensare in questi termini. Tutti gli accumulatori sfruttano una legge di accumulo molto simile dal punto di vista matematico a quella di carico di un condensatore. Vale a dire occorre una certa potenza per far accumulare cariche quando la batteria è completamente scarica, ne occorre molta di più per fare l'ultimo 10% di carica. Il livello massimo infatti è più un valore a cui tendere che il valore reale ottenuto dalla carica.
Un altro aspetto critico dei cicli di carica batteria è se la potenza di carica è veramente troppa. Infatti la carica batteria genera una reazione fortemente esotermica, e tanta più potenza viene usata per caricare la batteria, tanto più la stessa si scalda. Se la temperatura sale troppo la struttura interna arriva a rovinarsi e perde in efficienza fino a rompersi del tutto. Per questo non è consigliabile ad esempio usare un caricabatteria da auto per la moto.
Per quanto riguarda poi il gel, la struttura semisolida ha una interazione molecolare molto diversa rispetto ad una liquida, per alterarla occorre molta più potenza, questo è il principale motivo per cui i normali caricabatteria da moto non funzionano con quel tipo di batterie.
COSì VA MEGLIO; SIAMO SULLA GIUSTRA STRADA.
PERO' DICENDO CHE NON è CONSIGLIABILE USARE IL CARICABATTERIE DELL'AUTO PER QUELLA DELLA MOTO E' IL CASO DI DIRE COME SUPERARE L'OSTACOLO, EVITANDO DI METTERNE IN CASA UN'ALTRO.
GRAZIE PER LE UTILI INFORMAZIONI. GIOVANNI