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La testa è ruzzolata sull'asfalto per 150 metri, trinciata di netto dall'auto che lo aveva tamponato e poi travolto, guidata da un automobilista risultato positivo ai test di droga e alcol. È morto così l'altra sera, decapitato sul grande raccordo anulare, mentre rincasava in sella al suo scooter, Lamberto Maria Lauri, un romano di 34 anni, l'ultima vittima di una lunga serie di incidenti stradali causati dai pirati che si mettono al volante ubriachi e drogati. La tragedia si è verificata poco prima di mezzanotte, verso le 23.45 circa, al chilometro 41.600 della carreggiata esterna del Gra, all'altezza dell'uscita Romanina. Secondo una prima ricostruzione degli agenti della polizia stradale di Settebagni, il ragazzo era in sella al suo Suzuki Burgman quando è stato tamponato da una Mini Cooper condotta da un romano di 31 anni, in auto con altre due persone.
Dopo il tamponamento il centauro è finito prima sull'auto poi sull'asfalto ed è stato investito dalla macchina che lo ha decapitato. La testa è stata ritrovata 150 metri più in là. Il serbatoio della moto nell'impatto si è rotto facendo fuoriuscire la benzina che ha provocato l'incendio della Mini Cooper. Illesi i passeggeri della vettura. Su disposizione del magistrato sono stati richiesti gli esami del sangue del conducente dell'auto per capire se avesse assunto alcol o sostanze stupefacenti, che sono risultati positivi. La mattanza continua. E il Parlamento accelera sulle modifiche al codice della strada. L'Associazione italiana familiari e vittime della strada (Aifvs) rilancia: «chi guida in preda all'alcol o dopo aver assunto stupefacenti si accolla il rischio di ledere e uccidere, e accetta la previsione del rischio in piena consapevolezza.
Per questo se ci scappa il morto, il reato deve essere equiparato all'omicidio volontario» ribadisce l'avvocato Gianmarco Cesari di Aifvs, che ricorda che l'associazione «mette a disposizione tutte le armi difensive e l'esperienza acquisita per sostenere il dolo eventuale al processo». Sempre ieri, avviso di chiusura indagine e richiesta di rinvio a giudizio in vista per un avvocato civilista romano di 27 anni che lo scorso 13 dicembre, in largo delle Vittime del Terrorismo, mentre era in forte stato di ebbrezza alcolica travolse con la sua auto, uccidendolo, il pedone Franco De Angelis.
Articolo riportato dal Tempo
Adesso è tutto chiaro.
Sono d'accordo, chi guida in stato di ebbrezza causata da qualsivoglia sostanza e provoca un incidente con esiti fatali deve essere incriminato per OMICIDIO VOLONTARIO
E quasi quasi ci metterei anche la premeditazione se non fosse che lo stato d'ebbrezza inficia la capacità di intendere e di volere.
20 anni gli dovrebbero dare a quello s*****o!!!