matrix34 ha scritto:
Possono esistere delle pinze flottanti anche quando c'è un attacco radiale anzichè tradizionale come il mio?
Assolutamente no. Le pinze ad attacco radiale sono costruite partendo dal presupposto di ricercare una maggiore rigidezza e stabilità dell'impianto frenante, nonchè una maggiore precisione ed affidabilità nel contatto pasticca-->disco freno (quindi in buona sostanza alla ricerca di una maggior efficienza), cose che le pinze flottanti non possono assolutamente garantire. Infatti nelle pinze flottanti l'azione frenante è demandata ad uno o due pistoncini che azionano primariamente una pasticca da un lato del disco; nel momento in cui questa pasticca viene a contatto col disco si genera una spinta contraria nel corpo della pinza, sfruttando questo principio si permette alla pinza di scorrere lateralmente e portare la seconda pasticca (quella sul lato opposto) a contatto del disco esplicando così l'azione frenante. Questo sistema ha dei vantaggi in termini di semplicità ed economicità ma nasconde anche degli svantaggi (e dei limiti) in termini di modulabilità ed efficienza della frenata, ed è afflitto da problemi di consumi eccessivi ed incongrui delle pasticche (emblematici i problemi che affliggono molti proprietari di certi modelli di Kawasaki che adottano questo sistema, ma non solo).
Nelle pinze radiali (come nelle pinze convenzionali a pistoni contrapposti) tutto questo non avviene perchè l'azione frenante viene esplicata dalla spinta contemporanea delle pasticche di entrambi i lati attraverso l'azione combinata dei pistoncini (che siano 2 o 4 o addirittura 6 come nelle ultime R1)
La scelta (delle radiali) è stata dettata dalla necessità di aumentare la potenza degli impianti frenanti in conseguenza dell'aumentare delle prestazioni delle moto. E' venuta di conseguenza la necessità di dissipare le grandi quantità di energia in gioco e di calore generato mantenendo però componenti (soprattutto i dischi) dimensionalmente contenuti (particolarmente in termini di spessore) al fine di contenere le masse non sospese che sono le principali cause di inerzie indesiderate nella conduzione della moto (ricordiamoci che molte soluzioni vengono mutuate dal settore agonistico e che, specificamente alle radiali, vengono dal settore automobilistico nel quale però è nettamente meno influente il problema potendo utilizzare dischi di dimensioni molto generose). Tutto questo va necessariamente a braccetto con la necessità di ottenere rigidezze ed ininfluenzabilità torsionali che altri sistemi (pinze flottanti per prime) non possono garantire.
La maggior rigidezza si ottiene dunque con l'adozione di un sistema di fissaggio dei perni (bulloni) delle pinze disposto, rispetto ai punti di attacco sulla forcella, in posizione appunto radiale e non, come nelle le pinze convenzionali, in posizione ortogonale (ovvero ruotata di 90° rispetto al raggio della ruota, praticamente parallelamente al perno ruota).
In realtà all'atto pratico non si tratta di una disposizione "radiale pura", ovvero gli assi dei bulloni non convergono verso il centro della ruota (perno ruota) secondo i principi geometrici che tutti conosciamo, ma sono disposti parallelamente alla linea che unisce ipoteticamente il centro della pinza al centro dell'asse della ruota.
nell'immagine qui sotto puoi notare la differenza: le linee in rosso indicano la direzione reale degli assi dei bulloni mentre in blu quella che rappresenta la direzione radiale vera.
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