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Recensione: Marco Deambrogio - Il giro del mondo in moto
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2665477 Inviato: 9 Ott 2007 16:41
Oggetto: Recensione: Marco Deambrogio - Il giro del mondo in moto
 

Autore: Marco Deambrogio

Titolo: Il giro del mondo in moto (I miei 57.000 km in solitaria)
Casa editrice: Sperling & Kupfer Editori
Anno: 2007
Prezzo: 16,00
Sito: Marcodeambrogio.com



“Io non sono un viaggiatore estremo, né l'incarnazione dell'uomo senza limiti. (...) I miei limiti li conosco bene: sono una persona come tante altre che ama viaggiare, ha un proprio stile di vita ed una particolare maniera di intraprendere un cammino.”
Comincia così il bel libro di Marco Deambrogio, un viaggiatore che diventa quasi per sbaglio un motociclista appassionato. Marco viaggia da sempre, spende tutto l'anno a lavorare, week end compresi, e questo solamente per avere la possibilità di avere lunghi periodi di ferie da poter utilizzare per girare il mondo. Ma attenzione! Nulla a che vedere con i viaggi “da pensionati” in villaggi turistici ed uscite organizzate con accompagnatore ed ombrellino! Qui si parla di arrivare al Polo Nord con una spedizione scientifica (il quinto italiano della storia a farlo), di attraversare a piedi giungle infestate da (ex?) cannibali, di viaggiare in solitaria attraverso foreste vergini e deserti. E proprio attraversando lo sconfinato Outback, il deserto australiano, il nostro eroe fa un incontro che gli cambierà la vita. Adagiata sulla sabbia, arrugginita, la carcassa di una motocicletta.


Questo incontro accende in lui una fiammella che era rimasta sopita sin da quando, poco più che quattordicenne, era fuggito di casa con il suo Ciao percorrendo 400 chilometri da Valenza Po a Brescia. Da allora non aveva più toccato una due ruote, o almeno non una moto degna di questo nome. Beh? Cosa si sogna di fare Marco? Si compera una BMW monocilindrica e, tanto per farci il rodaggio e vedere “come funziona” si fa 10.000 chilometri, fino a Mosca e ritorno!

Marco ha fatto il giro del mondo in circa otto mesi, percorrendo 57.000 chilometri che lo hanno portato attraverso il continente americano, dalla Terra del Fuoco fino all'Alaska, e da qui in Giappone, poi attraverso la Russia e la Siberia, ai paesi Scandinavi, per tagliare in due l'Europa e tornare a casa. Attraverso queste pagine, scritte in modo asciutto, privo di retorica e di “correttezza politica”, ci fa intuire, se non conoscere, quali siano i costumi dei popoli conosciuti, quali le difficoltà incontrate nel viaggio, quali gli insegnamenti acquisiti nei viaggi precedenti che gli hanno insegnato come gestire situazioni quantomeno pericolose.

Un libro molto bello, che piacerà sia al moto turista che allo smanettone, perché la passione con cui è stato scritto, è la stessa che porta molti di noi a farne anche solo 5000, o 500, di chilometri, o a correre in pista, a sentire il brivido di uscire con le nostre amate anche in inverno, o semplicemente ricambiare il saluto di un altro motociclista. Ma è soprattutto il “nervo della scoperta” che questo libro eccita, quello che ci prude quando attraversiamo una frontiera, quando sentiamo parlare una lingua sconosciuta, quando assaggiamo cibi o bevande nuove.

Ed ancora una volta un grande insegnamento, che da molti anni, oramai, porto con me: ”Paura e pregiudizio sono dei pessimi compagni di viaggio”
 
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