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Inviato: 18 Set 2007 14:55
Oggetto: [2008~17-set/1-ott] Moto-tour della Sicilia
Lunedì 17 settembre - Modena-Genova (24km + 242km)
Ore 16:30 si parte.
Caricata la moto, indossati caschi, imbocchiamo l’autostrada in direzione Parma per dirigerci verso Genova, dove ci aspetta la nave per Palermo.
La giornata è calda e umida, il cielo è coperto: la sensazione che si prova è che l’aria sia appiccicosa; sotto la giacca di pelle, l’impressione è che il corpo sia un po’ sudaticcio, dentro il casco, sembra che manchi l’aria. Nonostante io indossi uno SHOEI e Cristina un ARAI-RX Corsari, sembra che l’aria non sia sufficiente…
Accelerando, l’aria comincia a raffreddare un po’ la sensazione di calore, anche se l’afa è opprimente; finalmente ci avviciniamo allo svincolo della Parma/La Spezia (A15) e cominciamo a salire, lentamente, fino a cominciare a sentire che l’aria comincia a rinfrescare un po’.
Non sono un amante delle autostrade, ma mi piace quella della Cisa: dopo il primo tratto, piatto, si comincia a salire con curvoni lunghi che mi permettono di dare sfogo alla potenza della ZZR1400, di piegare fluidamente accelerando ben oltre quello che si dovrebbe…dando sfogo a quei cavalli che il motore della mia Kawasaki può erogare…
Dop circa 45 minuti di autostrada, ci avviciniamo allo svincolo di Borgotaro: visto che siamo in anticipo, decidiamo di salire al Passo di Cento Croci, anche se appare quasi oscurato da nubi. Usciti dall’autostrada, cominciamo a salire lungo la SP523R in direzione di Borgo Val di Taro: la fondovalle sale, incrociandosi continuamente col percorso sinuoso del fiume che scorre sotto. Il fondo stradale è ben asfaltato e la strada comincia a salire, senza particolari dislivelli o curve; appena dopo Borgo, la strada comincia ad inerpicarsi, con pendenze improvvise e qualche tornante: peccato per il fondo stradale, parzialmente disconnesso per una frana.
Saliamo tranquilli: la moto è carica. Borse rigide laterali GIVI V35, bauletto KAPPA K52 con borsa morbida da sella GIVI da 30lt montata sopra, borsa da serbatoio. Le gomme che monta la moto sono quello originali, le Bridgestone BT014, non mi danno molta fiducia e con il peso e l’inerzia è meglio andarci piano.
Ad ogni curva cieca a destra, mi accorgo di stringere molto in uscita; a volte “stacco” talmente, che un paio di volte mi ritrovo a “buttare dentro” la prima provocando una scodata della moto… d’altra parte mi rendo conto di avere un po’ paura… esattamente un mese fa ho “provato” ad entrare in una roulotte, senza aprire la porta… con la moto…
Non ho bisogno pensarci: quando distendo il braccio sinistro, sento il dolore all’interno del bicipite, ancora livido…se piego troppo a sinistra la costola rotta si fa ancora riconoscere …
Arriviamo al Passo di Cento Croci, con i suoi 1055 metri, l’aria adesso è frizzante, quasi fresca: il passo, di per sé, è un po’ deludente, siamo passati in Liguria. Niente chalet, stile Raticosa; la strada si restringe e si infila in boschi o prati che ricordano i paesaggi alpini: curva dopo curva, si scende velocemente a valle, insinuandosi in una sequenza di tornanti, che ci portano velocemente a Varese Ligure, per poi risalire e scollinare, in direzione di Casarza Ligure, passando attraverso una strada che sembra più un vicolo di paese che una via di comunicazione che mette in connessione un passo appenninico col mare.
Imbocchiamo l’A12 a Setri Levante; sono le 18:30 e siamo paurosamente in anticipo, per cui, visto che le gambe cominciano a indolenzirsi, decidiamo di fermarci al primo autogrill, che finalmente appare dopo una trentina di chilometri: Rupanego. Niente di speciale, forse un po’ deprimente, ma almeno i bagni sono puliti.
Il cielo è decisamente velato, ed il paesaggio a fianco dell’autostrada sembra quasi lunare… non facciamo in tempo a rientrare in autostrada che siamo a Genova, sfiorando quasi i palazzi: se rallentassimo, potremmo parlare con le persone attraverso le finestre delle loro case…
Arriviamo al porto: utilizzeremo un traghetto della GNV. Abbiamo prenotato via internet: ci presentiamo con la stampa del biglietto che ci hanno mandato via mail e velocemente ci forniscono i biglietti, un adesivo con scritto Palermo e ci danno le indicazioni per giungere al molo 5 dove ci aspetta la nave “La Suprema”. Efficaci, precisi, organizzati e, tutto sommato, gentili.
Neanche mezzora e ci fanno entrare nel ventre della nave, assieme ad una decina di altri motociclisti e dopo poco siamo in cabina, sotto la doccia, per toglierci di dosso la stanchezza…
Duecentosessantasei (266) chilometri, di cui una ventina a Modena per preparare il viaggio, poco meno di due ore e mezza e siamo sulla nave che ci trasporterà a Palermo in 20 ore. Ceniamo nel ristorante alla carta, menù limitato, discreta qualità: pesce spada alla griglia per due, soufflè di cioccolato e semifreddo di torroncino; il servizio non è il massimo, ma non è male. Forse un po’ caro, tutto sommato.
Alle 22 precise, come da orario previsto, la nave salpa e ci prepariamo alla traversata.
Ultima modifica di frankie-zzr1400 il 17 Ago 2008 17:05, modificato 6 volte in totale