APRE IL MUSEO - FRERA - DI TRADATE
Tradate - Diversi tradatesi si sono recati a Imola per una manifestazione che ha raccolto oltre 250 moto dello storico marchio. Tra un anno manifestazioni anche a Tradate
Cento anni di Frera, iniziano i festeggiamenti
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( ) Frera, lo storico marchio di motociclette la cui fabbrica principale a inizio secolo era situata proprio a Tradate, compie 100 anni. E a ricordarlo è il comune di Imola che ha organizzato nello scorso fine settimana una manifestazione che ha radunato oltre 250 esemplari delle storiche motociclette (al mondo ne esistono oggi "solo" 360). Ubna quindicina di questi esemplari provenivano dal club tradatese "Amatori moto Frera" che si è recato alla manifestazione romagnola insieme ad alcuni rappresentanti dell'amministrazione comunale di Tradate. (foto sopra: alcune moto Frera esposte a Imola)
«Il marchio è nato nel 2004 - spiega il sindaco, Stefano Candiani -, ma la fabbrica a Tradate è stata aperta nel 1905. Nel 2005 noi inaugureremo la nuova biblioteca che sorgerà proprio nei ristrutturati capannoni che ospitavano lo stabilimento di motociclette (nella foto a destra)». infatti, la nuova biblioteca di Tradate, attualmente in costruzione, sarà tra le più grandi della provincia di Varese e al piano superiore della struttura sarà ospitato un museo permanente della motocicletta, con alcuni modelli storici della Frera.
La Frera fu molto importante per la città perchè fu una delle prime aziende della zona e, oltre a essere conosciuta in tutto il mondo fino alla prima guerra mondiale, contribuì notevolmente alla crescita della città, dando da lavorare a circa un migliaio di persone.
L’evento di Imola che ricorda lo storico marchio è stato organizzato dal Crame, club romagnolo di auto moto d’epoca, con la collaborazione del comune di Imola e del comune di Tradate. «E’ stata un’occasione unica per allacciare i rapporti – commenta il primo cittadino tradatese al ritorno dalla manifestazione – con la città di Imola e con le associazioni operanti che il prossimo anno saranno ospitate a Tradate per il centenario di costruzione degli stabilimenti tradatesi di via Zara. Dei 350 mezzi Frera conosciuti, ne erano in bella mostra 246. Abbiamo avuto modo di ammirare in un’esposizione di documenti e fotografie, una quantità eccezionale di moto a partire da quelle completamente artigianali di inizio secolo, esemplari provenienti da tutto il mondo».
di Manuel Sgarella
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FRERA 500 2CV 1916
Nel 1922 fu disputato a Monza il primo Gran Premio Internazionale, una gara che appassionò enormemente il pubblico perché le medie raggiunte, superavano i 100 km/h!!
Ed è in quei tempi di neonata accesa passione, che fiorirono le nostre marche storiche: Gilera, Guzzi, Frera, Della Ferrera, Garelli, Galloni. Il signor Giuseppe Gilera assurse a notorietà, in ordine di tempo, non come costruttore, ma come velocissimo partecipante nel 1911 ad una gara nel Milanese su terra battuta (foto nel precedente capitolo)
Giuseppe Gilera è il primo da destra.
Per la cronaca, quella gara, fu vinta da tal Merlo, all’incredibile media di 65 km/h!
Da sottolineare che, in quegli anni, il ‘circuito’ era la strada, gli attraversamenti dei centri abitati una scommessa, e generalmente solo il 30% dei partecipanti riusciva ad arrivare al traguardo… e talvolta quando la giuria… era già andata via..!
E’ rimasta negli annali della nostra storia, la Roma-Napoli-Roma del 1912 dove dei venti partenti, solo tre finirono i 500 kilometri e il vincitore cavalcava una Frera. Nella seconda edizione i partenti furono 34 mentre al traguardo, oltre al vincitore Feliciani su Ariel, arrivarono altri quattro!! Che cavalieri dell’avventura! Altro che autovelox…
Nel 1914 ebbe luogo il giro d’Italia, 2300 kilometri da percorrere in cinque tappe a fine maggio. Su una sessantina di concorrenti, solo 19 riuscirono a classificarsi, tra cui tal Brilli Peri che, in seguito divenne un asso delle quattro ruote.
E l’entusiasmo nazionale per questo nuovo sport da temerari, era in continua crescita!
Nel 1919, ecco nascere una nuova gara: la Milano – Napoli (che in seguito sarebbe diventata la Milano – Taranto), 855 kilometri di pazzia che videro trionfare tal Ettore Girardi, sconosciuto meccanico di Padova, perché colui che era in testa, Miro Maffeis in vicinanza del traguardo, sbagliò strada, si perse e di conseguenza squalificato.
Ma anche all’estero non stavano con le mani in mano: in Inghilterra il Tourist Trophy era così blasonato, che da noi si inventò qualcosa di simile, il circuito del Lario, 40 kilometri di strada polverosa su percorso montano, comprendente la famigerata salita del Ghisallo. La prima edizione fu vinta da Amedeo Ruggeri, uomo generoso e semplice, ma dotato di un carattere deciso, egli vinse in sella ad una Harley Davidson di 1000 cc.
E fu ancora il mitico Ruggeri ad aggiudicarsi la Milano – Napoli del 1923, in sella ad una moto che per metà del tragitto versò in condizioni disastrose. L’anno dopo vinse il campionato Italiano e in quello successivo, lasciò agli avversari poco o nulla.
Questo primo grande campione cristallino, passò nel 1926 all’automobilismo, dove aggiunse altri trionfi al suo palmares alla guida della Talbot prima e della Maserati dopo.
Amedeo Ruggeri trovò la morte nel 1932 alla guida della sua Maserati 3000 sedici cilindri, mentre cercava il record dell’ora a Monthlery. Lasciò un degno erede, il figlio Jader. Ruggeri, nella sua carriera, lottò con Nazzaro, Ghersi, Arcangeli, Nuvolari e Varzi e con loro inaugurò l’età d’oro della velocità.
Ruggeri è quello sulla moto, mentre il ‘ragazzino’ al suo fianco diventerà un grande campione, era Gugliemo Sandri.
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Frera “S” / 1924 / V-Twin 1140 cm3
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FRERA 14k b/w photo of 1938 Frera TLL 350kg
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Tradate - Il museo sorgerà negli ex stabilimenti dell'azienda, sopra la biblioteca attualmente in costruzione. La Frera costruiva le moto utilizzate nella prima guerra mondiale
Frera, esposizione permanente per le moto che hanno fatto la Storia
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Un museo per ricordare la prima grande fabbrica della città, la Frera. Si tratta di quella industria che per quasi tre decenni, all'inizio '900, è stata l'azienda leader nel mondo nella produzione di motocicli, l'unica in tutta Europa.
Il museo sorgerà sopra la nuova biblioteca comunale, attualmente in costruzione proprio negli ex stabilimenti della Frera in viale Zara. L'edificio, di proprietà del comune, ha fino ad oggi ospitato gli automezzi comunali e da oltre due anni vi stanno lavorando operai e muratori con l'obiettivo di far tornare a splendere lo storico edificio tradatese.
La storia della Frera. La "Società Anonima Frera" nasce nel 1905 fondata da Corrado Frera emigrato dalla Prussia qualche anno prima. La fabbrica di Tradate si occupa subito di costruzione di cicli e motocili ed è il primo vero insediamento produttivo della città. Insediamento che, nel giro di pochi anni, ha raggiunto anche i 700 dipendenti. La Frera è anche stata la prima fabbrica di motociclette di tutta Europa.
Il settore militare non si lascia sfuggire l'occasione e durante la prima guerra mondiale sono le commesse militari a fare il successo dell'azienda (sono della Frera tutte le motociclette che si vedono nei film sul primo conflitto mondiale). Il successo prosegue anche nel primo dopoguerra, ma non dura molto: alcune commesse militari vengono annullate e il settore civile non basta a mantenere in piedi l'azienda. Nel '33 l'azienda è costretta a dichiarare fallimento e la fabbrica di Tradate viene chiusa.
Dopo aver ospitato diverse aziende nel corso dei decenni, gli edifici dell'ex stabilimento Frera vengono acquistati dall'amministrazione comunale all'inizio degli anni '80 e vengono usati come magazzino in attesa di essere ristrutturati.
Cosa sorgerà. Negli ex stabilimenti della Frera di via Zara, infatti, oltre alla sede della nuova biblioteca comunale (la più grande della provincia) sorgeranno, al piano rialzato, 300 metri quadri che saranno destinati a un pezzo di storia della città e d'Europa: il museo della Frera. Si tratta di un'area dove vi sarà un'esposizione fissa di motocicli storici risalenti ai primi anni del '900, mentre una sezione del museo sarà dedicata a un allestimento di moto moderne che sarà costantemente aggiornato.
Le moto storiche saranno fornite da diverse associazioni quali Moto Club Tradate, Motocicli Amatori Moto Frera, nonchè da numerosi privati e amatori che metteranno a disposizione i propri modelli. Il completamento della biblioteca e del museo dovrebbe avvenire al più tardi entro un anno.
Il sindaco di Tradate. La ristrutturazione degli edifici, possibile grazie anche a un contributo provinciale, è stata fortemente voluta dall'attuale sindaco Stefano Candiani che sta portando avanti il progetto da quando, nella passata amministrazione Galli, ricopriva il ruolo di assessore alla cultura. «L'intenzione è quella di non creare un museo statico, ma in continuo movimento - spiega il primo cittadino - vogliamo creare uno spazio vivo».
«È necessario che le nuove generazioni conoscano da dove arriva il benessere dei tradatesi di oggi - conclude Candiani - Con questa opera vogliamo mantenere viva la memoria della prima fiorente attività industriale della città».
FRERA di TRADATE
La Società a responsabilità limitata Leonardo Frera nasce nel 1906 a Tradate, in provincia di Varese, per la produzione di motociclette e fin dall'inizio agisce su base industriale, sia pure con tutte le limitazioni che agli inizi del secolo caratterizzavano la produzione di veicoli a due ruote motorizzati.
Inizialmente la Frera monta sui telai di propria costruzione i motori della NSU tedesca che allora era considerata una delle fabbriche migliori d'Europa, La sua impostazione industriale, in contrasto con l'impostazione artigianale delle fabbriche di motociclette italiane dell'epoca, le permette di conquistare il mercato e di raggiungere cifre di vendita che negli anni precedenti la prima guerra mondiale possono essere considerate eccezionali per l'Italia. In sintesi si può asserire che la Frera è, in quel periodo e negli anni immediatamente successivi alla fine del conflitto, la fabbrica italiana di motociclette più importante.
Le motociclette Frera prodotte dal 1906 al 1910 sono monocilindriche e della potenza di 1,25 e di 1,50 cavalli, con la trasmissione a cinghia fornita di un rullo tenditore che la mantiene sempre in tensione. il motore è generalmente inclinato in avanti lungo il tubo che dal cannotto porta alla pedaliera. Già in quel periodo la Frera si vanta di fornire all'esercito italiano robuste motociclette della potenza di 2 cavalli.
Nel 1912 la produzione è rinnovata e si basa sui modelli di 2,25 e di 3,5 cavalli, che hanno le medesime caratteristiche generali; il motore è monocilindrico con accensione a magnete, la trasmissione è a cinghia, il telaio è rigido ma la forcella anteriore ha la sospensione a doppi tubi paralleli con i biscottini inferiori oscillanti e le molle cilindriche di controllo. Anche questi motori sono inclinati in avanti.
L'anno successivo è in listino anche un modello a motore monocilindrico verticale di 3,5 cavalli con la medesima sospensione anteriore dei modelli dell'anno precedente, cambio di velocità e frizione, trasmissione finale a cinghia. Il monocilindrico di maggiore cilindrata è quello di 570 cc ed è prodotto in diverse versioni per accontentare tutti i gusti della clientela. Si può avere infatti con il cambio a ingranaggi scorrevoli, progettato e costruito dalla Frera; con il cambio a due velocità della BSA e con il cambio a tre velocità costruito dalla Sturmey-Archer. La Frera a due cilindri a V disposti longitudinalmente nel telaio ha la cilindrata di 795 cc.
Ebbene, può essere abbastanza stupefacente rilevare che la Frera nel 1915 ha adottato per le sue motociclette destinate all'esercito la stessa tecnica adottata dai tedeschi nel 1940:
Negli anni di guerra la produzione rimane praticamente quella del 1915 con modelli monocilindrici di 300, di 320, di 430 e di 570 cc e modelli bicilindrici di 793 e di 1140 cc, naturalmente con i cilindri a V longitudinali, che nel modello di maggiore cilindrata possono essere in versione a 45° o a 60°. Mentre tutti gli altri modelli hanno la trasmissione primaria a catena e la trasmissione finale a cinghia, il modello bicilindrico di 1140 cc ha la trasmissione a tutta catena.
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La gamma della produzione della Frera nel primo dopoguerra è piuttosto vasta e nel 1923 è completata da una nuova versione della bicilindrica di 1140 cc con il cambio a quattro velocità e la retromarcia. Anche nel campo delle corse la Frera è presente con una monocilindrica a quattro valvole in testa di 495 cc che ottiene qualche buona affermazione.
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Nel 1925 la Frera ha alle sue dipendenze più di 600 operai, cifra non indifferente a quel tempo per una fabbrica di motociclette, e la sua produzione si aggira sulle duemilacinquecento macchine ogni anno, anche questa una cifra di tutto rispetto.
Alla fine del 1925 la produzione della Frera comprende soltanto macchine monocilindriche perché le bicilindriche, almeno fino alla cilindrata di 600 o 700 cc, sono poco gradite al pubblico: la Frera e la Garelli sono le uniche marche ad adottare, su certi modelli, la testa in bronzo, che presenta molti vantaggi rispetto a quella in ghisa ma è più costosa.
Una bella macchina del 1932 è la Raid Confort di 500 cc, che ha il motore inclinato in avanti, la distribuzione a valvole laterali, il cambio separato a quattro rapporti e la velocità di 105 chilometri orari. E interessante rilevare che questa macchina ha la forcella anteriore a parallelogramma in lamiera stampata e la sospensione
posteriore a forcellone oscillante.
Accanto alla Frera dal 1931 al 1934 esiste un'altra fabbrica di motociclette che ha il marchio Leonardo Frera: si tratta di una fabbrica fondata appunto
da Leonardo Frera quando per dissensi con la presidenza dà le dimissioni dalla vecchia gloriosa Frera.
Scomparsa nel 1934 la Leonardo Frera, nel 1936 scompare anche la Frera.
ciao